Nothes on methods, oil pastel on paper,
30x40 cm, 2019.








Una casa abbandonata vicino al centro di una piccola città friulana è stata inghiottita da una fitta vegetazione. Paesaggio naturale e familiare allo stesso tempo, quel luogo racconta un rapporto insolito tra natura e architettura, dove la natura ha avuto il sopravvento.
Il progetto presentato da Marina Ferretti si intitola Notes on methods e si compone di un video e di una serie di disegni che riflettono attorno ai concetti di abitazione e natura, entità che può presentarsi al contempo amica e nemica.
Il video è una ripresa documentaria del mondo naturale che stratificandosi indisturbato per 20 anni ha trasformato il giardino in una piccola giungla urbana.
Il progetto presentato da Marina Ferretti si intitola Notes on methods e si compone di un video e di una serie di disegni che riflettono attorno ai concetti di abitazione e natura, entità che può presentarsi al contempo amica e nemica.
Il video è una ripresa documentaria del mondo naturale che stratificandosi indisturbato per 20 anni ha trasformato il giardino in una piccola giungla urbana.
Qui la narrazione è sospesa, solo un suono, a tratti, rivela la presenza di qualcuno che però non riusciamo mai ad incontrare. Accanto al video, le strutture disegnate sono forse il modo che l’artista ha di orientarsi nel ricordo della casa che ideava e sognava di abitare quando, fin da bambina, si trovava lì a disegnare identificandola come il centro del suo mondo.
Le relazioni che l’artista ha intrattenuto lungo il corso della sua vita con le proprietà ambientali di quel luogo rivivono in questi disegni come rêveries che moltiplicandosi in schemi disordinati e dalle infinite possibilità, permettono il sogno e proteggono il ricordo.
Le relazioni che l’artista ha intrattenuto lungo il corso della sua vita con le proprietà ambientali di quel luogo rivivono in questi disegni come rêveries che moltiplicandosi in schemi disordinati e dalle infinite possibilità, permettono il sogno e proteggono il ricordo.